lunedì 26 luglio 2010

Cristine. Blame it on me

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Strinse le palpebre osservando il sole rossiccio morire oltre le colline, tolse l’ultima maglietta dal filo appeso in mezzo al giardino e si osservò le dita piccole e affusolate, riponendo i panni nella bacinella. Cristine sorrise, le piacevano le sue mani e le piaceva il suo giardino pieno di rose; a breve anche i glicini avrebbero riempito la sua casa con il loro profumo delicato, e in maggio tutto sarebbe scoppiato in mille colori.

Cristine aveva tutto.

Cristine aveva tutto ciò che desiderava avere ed era diventata ciò che aveva sempre sognato di diventare. Sorrise nuovamente. Eppure il suo stomaco si contorceva e il suo cuore pulsava troppo forte. Eppure ora non funzionava tutto così bene.

Lanciò uno sguardo all’orizzonte; il sole non c’era più, solo un cielo color sangue che le mise i brividi. O forse a spaventarla era stato quel rumore oltre i nespoli, verso il campo di grano. Rimase immobile, così come il giardino. Pensò che non c’era neanche un filo di vento e questo le fece aggrottare la fronte. Posando la bacinella nella veranda, pensò di andare a vedere se qualche volpe o donnola si fosse avvicinata. Oltrepassò il piccolo orto e uscì dal cancello posteriore, poi, scrutando la piccola strada sterrata, raggiunse il campo di grano, allora udì un rumore leggero come un miagolio, seguito da un fruscio. Si girò rapida, ma vide solo la sua casa e quella dei vicini. Rimase a guardare le nuvole nere che si alzavano sul resto della città e pensò di aver fatto bene ad aver ritirato i panni. Udì di nuovo quel rumore, però, adesso, si era stufata: doveva essere qualche gatto o qualche animaletto, non aveva più tempo da perdere, doveva tornare a casa: in pochi minuti si stava facendo buio e ancora non aveva pensato alla cena.

Non fece in tempo a fare un passo che un muro di fuoco si alzò d’avanti a lei.

Cristine sgranò gli occhi scuri.

Fece un passo indietro e un’ondata di paura le strinse lo stomaco, mentre una parete di fuoco alta due metri si ergeva lungo la stradina sterrata, coprendole la visuale sulle abitazioni e, di fatto, separandola da tutto, eccetto il campo di grano. Si sforzò nel tentativo di richiudere la bocca che aveva spalancato. Si scoprì lucida nel riflettere che più a sud passava il fiume e che avrebbe dovuto correre laggiù per oltrepassare il fuoco. Cominciò a correre presa dal panico, pensando alla fine del mondo e sentendosi terribilmente lenta.

Poi lo vide

Un piccolo angelo nero con le ali rattrappite, senza piume.

Sbatté le palpebre. Forse sto sognando.

Non si chiese se quell’essere avrebbe potuto salvarla: l’iride violaceo negli occhi rossi, che poteva distinguere già da lontano, le provocò un conato di vomito. Si bloccò ansimando e allora urlò il nome di qualcuno e chiese aiuto. Non voleva dare le spalle a quella creatura, ma quando quello fece per avvicinarsi, tornò sui suoi passi senza pensarci; a gran velocità. Sentì la bocca asciutta, le gambe tremare, e il caldo del fuoco che aumentava; vedeva solo un infinito prato scuro, e sentì una voce, qualcosa che le rimbombò nella testa, un cupo FERMATI.

Non si fermò, però inciampò sulle pantofole e poi sentì quel suono svelto, uno spostamento d’aria e solo dopo un dolore lancinante lungo la schiena. Senza sapere come, si voltò, rotolando sull’erba umida e bruciacchiata al tempo stesso e si ritrovò faccia a faccia con l’essere.

***

Non aveva espressione, solo quel fuoco negli occhi. Digrignò i denti lasciando scoperti dei lunghi canini.

«Io…non credo nei vampiri.» Balbettò Cristine.

SCIOCCA, NON SONO UN VAMPIRO. Rispose la sua mente.

«Cosa sei?»

L’essere deglutì tirando su la testa priva di capelli e le sferrò uno schiaffo potente sul volto.

Cristine crollò a terra, sentì in bocca il sapore metallico del sangue e le lacrime le offuscarono la vista. Si accorse della pioggia, che scendeva leggera dal nulla. Dorata come una magia.

SEI TU AD AVERMI CHIAMATO.

«Io non...»

TU HAI VOLUTO Ciò CHE NON POTEVI.

TU HAI DESIDERATO Ciò CHE NON DOVEVI.

La ragazza gemette.

L’angelo nero la fissò negli occhi e lei si sentì soffocare. Lui respirava forte, velocemente, ma non sembrava stanco, la pelle oliata e viscida era verde scuro, e c’erano strani riflessi blu. Forse doveva essere sporco, sicuramente in quel momento non importava.

«Non so di…»

NON PUOI MENTIRE A TE STESSA.

Senza alcun preavviso, con un movimento rapido le ficcò un lungo bastone sotto il seno, dal basso in alto, e Cristine pensò che sarebbe morta; ebbe un sussulto.

GUARDA.

Ma Cristine non guardò, Cristine sentì o forse intuì e basta. «Erano solo fantasie…», mugolò.

DESIDERAVI.

Lei osservò il bastone sotto il suo petto, non riusciva a capire come non le avesse trapassato il cuore in tale posizione. Morta. Doveva essere morta. «Non ho fatto nulla.»

VOLEVI CIò CHE NON POTEVI.

«Era solo un pensiero. Non ho fatto nulla. Cosa vuoi da me?» La voce le si incrinò in un tremito.

TU MI HAI CHIAMATO.

TU CERCAVI ALTRO.

TU HAI TRADITO.

TU DESIDERAVI.

L’angelo le conficcò gli artigli nella pancia; Cristine rimase a bocca aperta, non riusciva a sopportare quel dolore. La sua vestaglia rosa con i fiorellini blu, che le aveva regalato la madre, era infangata, insanguinata e strappata in più punti. Cercò di tirarsi sui gomiti, ma l’essere grugnì quasi con malizia e la immobilizzò con una forza invisibile. Il sangue di lei pulsava scivolando sulla pelle liscia e, sotto il seno, il bastone, che sembrava perfettamente inserito nel cuore, provocava una sensazione indescrivibile. Piacere e dolore. Un dolore parossistico. «Uccidimi.» Sussurrò.

MAI!

Sorrise beffardo e inclinò il capo verso di lei, inesorabile.

VIVRAI. SENZA DI LUI.

E Cristine vide strapparsi via il cuore e poi una luce, la più bella che avesse mai visto. Le lacrime, il sangue, l’odore della terra bagnata, la sua pelle bianca, tutto sparì in un lampo.

***

Si rigirò nel proprio letto. Un uomo dagli occhi dolci la fissava. «Amore…»

«Ho fatto un incubo.» Replicò lei con voce impastata.

Lui le regalò il sorriso paziente e canzonatorio che lei amava. «Dopo aver corso come una matta sotto il diluvio, mi pare il minimo.»

«Oh.» Fu tutto ciò che riuscì a dire.

Le accarezzò il viso con la punta delle dita. «Non ti preoccupare. Non hai neanche la febbre. Riposati.»

Cristine si riposò. Dopo quella notte si sentì stranamente tranquilla e rilassata, e con il passare del tempo si dimenticò di quell’incubo.

Una sera, dopo una doccia, guardandosi allo specchio e sorridendo alla sua immagine riflessa, notò, sotto il seno sinistro, una cicatrice violacea.

La ragazza sussultò e si sentì all'improvviso terribilmente vuota.

15 commenti:

  1. Caspita Dilhani, bello davvero!
    Però...mi hai tolto 5 anni di vita con tutta 'sta suspence! :D
    Così ti voglio!
    Ci vogliono questi racconti da paura!!!
    Solo così vale la pena di leggere!!!!! ;)

    Continua così bella, che ti seguirò sempre.

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  2. Wow!! Come dire...wow!!! Scritto bene senza sbrodolature, con immagini immediate e quasi percepibili!!! Bello!!
    Non posso che accodarmi alla tua amica del commento di sopra e dirti "VAI VAI VAI VAI, SEI TUTTI NOI!!!!"!!!!

    Posso chiederti cosa desiderasse di troppo lei!?!? Io pimpina curiosa!! ;->

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  3. Sono di corsa perché devo ancora riuscire a mangiare -_-'

    Grazie a entrambe per essere passate e aver lasciato una vostra opinione. Io tanto contenta!!

    SilSaraSun.ecc secondo te cosa desiderava?

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  4. Se ne avessi avuto una qualche idea te l'avrei sottoposta!! Non fare l'autrice sadica dai dimmelo!!! ;->

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  5. Ah ah non era sadismo.
    Il fatto è che ognuno ci vede ciò che vuole. Non l'ho specificato volotariamente; volevo che fosse "un'allegoria", una metafora, qualcosa che ognuno potesse ricondurre dove meglio credeva.

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  6. Ancora più intelligente!!! mooooolto astuta!!! Bravissima!! ;-))
    La descrizione dell'"angelo" mi ha dato i brividi letteralmente, bello davvero!!!

    Lo conosci il racconto di fantascienza di Fredric Brown "la Sentinella"?!!?
    Se no ti lascio in privato su facebook il link dove leggerla!!!
    ;->

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  7. SilSaraSun (che fa molto giapponese), sono contenta che ti sia piaciuta ; )

    No, non conosco, ma ho letto il link che mi hai mandato. La fine è bellissima!!

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  8. Si hai ragione fa moooolto giapponese anche se io sono ben lontana dall'esserlo!! Sono contenta che ti sia piaciuta quella storia di Brown!! Non conosco molto altro...c'è un altro molto forte anche quello ma sinceramente mi piace molto di meno o forse mi fa solo più paura!! Comunque questo come l'altro solo le poche cose che io e mio padre siamo riusciti a scambiarci al livello letterario perchè per il resto lui è un fanatico di fantascienza e, dice lui, di fantasy anche se poi non ha mai letto - nè c'ha mai provato - il signore degli anelli e quindi non abbiamo mai avuto molto altro da dirci!! La poesia è qualcosa su cui ancora ci prendiamo, ma anche li ahimè con notevoli differenze! (io adoro Ungaretti lui Belli!!)
    Comunque questo tuo racconto è fantastico lo ribadisco e spero solo che tu non l'abbia sognato "dal vivo" per poi riportarlo!! ;-)>

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  9. Oh mon Dieu! SilSaraSun, ma sai che leggo questo tuo commento solo ora??????
    O_O

    E solo perché ho messo la funzionalità ultimi commenti qui a sinistra. O mi sto facendo vecchia o mi sto facendo rinco. Più del solito!

    Se può consolarti (?) io e mio padre... zero, nada, out! Niente di niente. E no, se fosse stato dal vivo, paurosa come sono, sarei morta da quel dì! :D

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  10. No non è affatto consolatorio!! Mi dispiace che tu non abbia avuto una sorte di eredita da tuo padre!! ;-(( e chi ti ha fatto venire tutta questa stupenda e tenace voglia di scrivere?!? O meglio dovrei dire chi ti ha fatto venire la passione di leggere!?! ;-D a me è venuta per cercare di continuare le storie che mi piacevano per non perdere subito il "contatto" coi protagonisti che avevo imparato ad amare!! Ma detto tra me e te non sono mai riuscita a terminarne uno di "spin-off" perché poi mi appassionavo a qualcos altro e quindi perdevo l'entusiasmo e la concentrazione!! Che vuoi fare: sono sempre stata un'incostante!!! Dopotutto era la prima cosa che scrivevano i miei professori!! X-))>
    Ora ti saluto e scappo perché cristiana ha fame e quando le sale diventa impossibile ignorare la cosa se non si vuole rimetterci un braccio!! Amica vorace!!
    Un abbraccio in attesa (impaziente) di un altro racconto!!;-)))

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  11. Non saprei, Sil: a leggere mi hanno sempre spinta un po' tutti, insegnanti, amici, mamma (diciamo, però, che non mi sono mai fatta pregare, anzi). Idem per scrivere. Parliamo dei tempi delle elementari, sai, quando si inizia a farlo con il giornalino, i temi in classe, cose così...

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  12. Insomma una vocazione nel vero senso della parola?!?!? Allora guai a te se cedi!!! Resisti resisti resisti!!!
    Ed io aspetto altro racconto eh!!! ;-)>

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  13. Hai visto? Già ti ho accontentata!

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  14. Ti ti ti infatti sei un angelo, ma io sono ingorda, lo sapevi?!?
    ;->

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  15. Dil è bellissimo!!! Ah che patos!!! Ah che atmosfera angosciante!!! Siiiii come piace a me!!! Mi ricorda molto i racconti di Edgar Allan Poe!!! Mitica
    Ti lovvo

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