martedì 17 agosto 2010

Le figlie di Ananke. Black Light - cap.2


Capitolo 2

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You're my angel,
Come and save me tonight.
You're my angel,
Come and make it all right.

Angel – Aerosmith



Anno 2009
Ryker lasciò la matita sulla scrivania, tra i mille libri aperti, tutti sottolineati con la penna nera. Poggiò le mani sul viso e dopo poco si strofinò gli occhi arrossati.
Sospirò osservando le poche righe che aveva scritto sul portatile e lo spense. A breve sarebbe stata ora di cena e non aveva pensato a fare nulla. Dopo essersi lavato le mani, raggiunse la cucina barcollando per la stanchezza.
Lucrezia Mancini gli lanciò un’occhiata e sorrise eccitata. «Ta-dan!» Con le presine afferrò una teglia fumante e gliela mostrò.
«Che roba è?», le domandò lui sbigottito.
Lei gonfiò il petto. «Lasagna. Sei arrivato giusto in tempo, volevo farti una sorpresa. Forse l’avrei dovuta lasciare un paio di minuti in più, ma quando sei uscito dalla camera l’ho tirata subito fuori.»
Lui parve imbarazzato. «Non ti ho neanche sentita.»
«Lo so, sei troppo preso dalla tesi. Avanti, siediti, fratello. Mangia al mio regale banchetto.»
Lui si sedette. «Matteo…»
«Matteo l’ho già chiamato. Arriverà; sai com’è, no?»
Lo sapeva. Sapeva che suo fratello viveva in un mondo tutto suo, fatto di computer, manga e Play Station e sapeva che era in una fase di rifiuto totale del mondo e delle imposizioni. A diciannove anni, sembrava un quindicenne scontroso a metà tra il nerd e il poeta maledetto.
Lucrezia invece sembrava una bambola di porcellana: pelle liscia e chiara, occhi celesti e capelli biondi; sembrava che potesse rompersi da un momento all’altro. A sedici anni passava da momenti di euforia a momenti di silenzio e nostalgia con troppa facilità.
Mangiarono chiacchierando dei compagni di classe della ragazzina, fino a che il telefono non squillò.
«Questo è papà.» Lucrezia strusciò la sedia sul pavimento e prese il cordless sul ripiano accanto ai fornelli. «Pronto? …sì» Fece una smorfia, piegando il lato del labbro inferiore in un broncio. «Sì, glielo passo.» Allungò il telefono al fratello maggiore. «Vogliono te.»
Lui osservò il prefisso della Libia e si allontanò dalla cucina. Lucrezia tese le orecchie ascoltando la voce profonda e sommessa del fratello maggiore e cercando di non farsi assalire dal martellio del cuore nel petto: suo padre era in Libia per lavoro e se non era stato lui a chiamare, doveva essergli successo qualcosa.
Matteo entrò nella stanza, anche lui con il sospetto sul viso, i muscoli facciali tesi sotto la pelle diafana. Fiutavano il peggio, senza avere il coraggio di condividerlo.
Dopo qualche minuto Ryker tornò e fece un sorriso tirato. «Tra quattro giorni torna papà.» Nonostante lo sforzo, nella voce non c’era nessuna nota di allegria.
«E?», azzardò Matteo.
Gli occhi azzurri di Ryker, che aveva preso dalla madre danese - come il nome - tremarono di un dolore che tutti loro conoscevano. «Sta bene. Deve solo essere operato ai piedi, lui...» La smorfia infantile e innaturale sul visino paffuto della sorella gli colpì il cuore come una frustrata su una ferita aperta. «Starà bene, Lulù. Non preoccuparti. È solo…»
Lei si alzò in piedi, urtando la sedia alla cassettiera. «Non voglio sapere niente. Niente!» L’urlo che aveva pensato di gridare si frammentò in un suono querulo pieno di lacrime invisibili e violente. Corse in camera chiudendo la porta a chiave con un cigolio ferruginoso, un secondo prima che Ryker riuscisse ad afferrare la maniglia.
Lui la chiamò tentando di spiegarle che non era nulla di grave, tuttavia gli risposero lo stereo a tutto volume e il rumore sordo della porta della camera di Matteo che si chiudeva con veemenza.
Imprecò a bassa voce. Prese le chiavi di casa, il guinzaglio e guidò Mars, il loro cane, fuori l’appartamento. Uscì sulla piazzetta davanti il loro portone e l’aria calda delle ottobrate romane lo investì.
«Ehi, Mars, decidi tu dove andare.» Il cane dal pelo color sabbia scodinzolò e lo strattonò verso il Lungotevere. Camminarono per diverso tempo, senza una vera meta, sotto i platani ondeggianti. Ryker era assorto nei suoi mille pensieri, nel fiume di emozioni, di odio e rabbia per quella vita ingiusta: suo padre lavorava duro, aveva dato la vita per loro, da quando la madre era morta, e null’altro poteva capitargli. Ma al telefono erano stati piuttosto chiari: avrebbe potuto perdere l’uso delle gambe.
Strinse i pugni e si accorse di essere tornato indietro, verso casa, tre vicoli prima. Nello stesso momento Mars puntò le zampe sui sampietrini, ringhiando; Ryker strinse le dita intorno al guinzaglio e guardò nella direzione in cui guardava il proprio cane.
L’ombra troppo nera di una ragazza lo fissò immobile alcuni istanti, quindi con uno scatto si voltò e corse via. Il ragazzo strattonò Mars e le corse dietro con tutta la forza che aveva nelle gambe, ripercorrendo i vicoli da cui era venuto. Giunto sul Lungotevere Cenci, pensò di averla persa; poi, però, un’ombra si infilò tra due macchine e con la grazia di un gatto saltò oltre il muretto che delimitava i muri di contenimento del Tevere. Ryker dovette aspettare che passassero due macchine, infine attraversò la strada e si affacciò dove la ragazza era saltata.
Al di sotto, lungo la banchina, non vi era nulla, a parte un grosso ratto che, ignaro di qualsiasi altro essere vivente, sbocconcellava qualcosa di molliccio. Il ragazzo batté il palmo sul marmo del parapetto, chiedendosi come si potesse fare un salto di oltre dieci metri e riuscire a scappare illesi. Si voltò a guardare il cane con l’intento di rassicurarlo, ma quello gli rispose con uno sguardo incuriosito piegando il capo e sbattendo la coda allegramente. «Oh, Mars, l’hai vista anche tu. Ora non puoi dirmi che l’ho sognata, vero?» Ma nella sua voce c’era incertezza.

***
Il sole tingeva di rosso le punte dei platani nelle strade. Le foglie secche scendevano dagli alberi con una danza cremisi e volteggiavano di nuovo beige fino a poggiarsi leggere sul fiume, che, in un attimo, le divorava con la sua foga.
Gli infiniti riflessi color cannella degli alberi e dei tetti di Roma riempivano la vista scontrandosi con il cielo limpido di quel giorno. Thari socchiuse gli occhi e assaporò il gusto morbido degli ultimi raggi sulla pelle.
«Per mille pergamene, non me ne importa un accidenti di niente: anelo con ardore tali stivali di magna beltà e saranno miei, che le tue sorelle proferissero critiche nei miei confronti.»
La ragazza aprì le palpebre evitando di fare una smorfia e guardò la donna accanto a sé puntare un tallone su una delle tegole dell’ospedale Fatebenefratelli, sull’Isola Tiberina. «Le mie sorelle, Iside, sono anche le tue», replicò. «E non mancheranno di criticarti per il resto della tua lunghissima vita; ne so qualcosa.»
L’altra sollevò le spalle e le fece una linguaccia. I suoi occhi brillarono come fiamme vive riflettendo il sole. «Mi impossesserò di cotali scarpe, ranocchietta.» Indicò un'antenna poco distante da sé. «Che quell’immondo pentacolo mi sia testimone, saranno mie.»
Thari sorrise. «Non avevo dubbi.»
«Fai bene, graziosa infante, le mie membra ti amano per questo e… ooohm, la tua voce dovrebbe delucidarmi sui recenti avvenimenti. Codeste orecchie hanno udito losche faccende sulla tua persona.»
Thari aprì la bocca e la richiuse. Benché fosse abituata ai repentini cambiamenti di argomento di Iside, impiegava sempre qualche secondo per comprenderla, inoltre, in quel caso, non era certa di voler affrontare quell’argomento.
«Corpo di mille balene, non fare il pesciolino, ranocchietta.»
«Scusami. Non credevo che la notizia si fosse già sparsa», rispose Thari, senza osservarla.
Iside si sedette di peso accanto a lei. «Perdinci Bacco! Dalle tue labbra non dovrebbero uscire tali scuse, piuttosto il tuo cuore dovrebbe orsù domandarsi perché mai non ha proferito parola al mio, tenera infante.»
La ragazza si morse un labbro. Iside era per lei un’amica, una persona che per anni le aveva fatto da madre e l’unica che non avesse mai avuto da ridire riguardo al suo essere mezza umana, tuttavia, proprio per questo legame che aveva con lei, aveva paura di deluderla. Ora, però, non poteva evitare quell’argomento. «Mi spiace, Iside. Speravo che nessuno se ne fosse accorto e quindi pensavo che la faccenda sarebbe finita nel nulla.»
La donna ondeggiò il capo. «Ranocchietta, le tue ali volano sulla città dell’Impero Romano, come pretendi che nessuno ne venga al corrente? Illuminami su come l’umano ha potuto importunarti.»
«Non è stata colpa sua. Ero io che lo seguivo, beh, non lui, la sorella a dire il vero, ma vedi, io…» Thari sospirò osservando la cupola fulva della Sinagoga trattenere gli ultimi bagliori del sole. «Lo sai, Iside: se mi rendo visibile, riesco a percepire meglio gli umani, il loro corpo, le loro emozioni.»
«Lo appresi notevole tempo fa e non ti biasimavo per codesta abitudine, quando ti tenevo meco.»
Thari annuì. «Ora le cose sono diverse. Al mio corpo è stato concesso di crescere e così al mio ruolo.»
«E sei mirabile nel tuo dovere. Anche se domandi troppo spesso talune sensazioni.» Le lanciò un’occhiata significativa. La ragazza sapeva a cosa si riferisse, perché spesso chiedeva come fosse far rinascere i bambini e, non solo le Figlie di Ananke non avrebbero dovuto provare nulla, ma non avrebbero neanche dovuto chiederselo: non era nella loro natura. «Se il capo delle milizie verrà a sapere, un grande trambusto colpirà questo lato dell’orbe.»
«Prima, però, lo sapranno i demoni e mi ostacoleranno in tutti i modi, chiunque di loro ne venga a conoscenza, vero?» Thari aveva abbassato la voce fino a farla diventare un sussurro. Il racconto di ciò che aveva fatto non si sarebbe sparso subito perché nessuno di loro voleva conoscere l’ira di chi era più potente, tuttavia chi ne fosse stato a conoscenza avrebbe tentato di eliminare Vanth Kriera Nefthari per aver disobbedito alle regole. «Ho rovinato tutto», sussurrò.
«Oh, ranocchietta.» Iside aprì le ali piumate e con una sfiorò le spalle della ragazza e la strinse in un abbraccio. «Dacché verranno a bramare la tua carne, io consiglierei, qualsivoglia loco ove ti trovi, di correr sulle gambe e dissolverti lontano.»
L’altra le posò la testa sulla spalla. «Non posso fuggire, dovrò combattere contro chi mi attaccherà. Non sono colpevole di come mia madre mi ha messa al mondo, ma se ora la situazione è questa, è solo per colpa mia e devo tirarmene fuori in qualche modo.»
Iside la strinse più forte, sapendo quanto quelle parole fossero vere.
Il sole scivolò oltre l’orizzonte e il cielo si tinse di un rosso vermiglio, come il sangue di Thari.
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14 commenti:

  1. Ovviamente sono assolutamente...CURIOSISSSSSSIMA!!!
    In cosa avrebbe sbagliato Thari? E perchè gli altri demoni dovrebbero ostacolarla? O parlando di demoni ti riferisci agli angeli?! Perchè cerca la sorella -perdonami- abbastanza isterica di Ryker!? E perchè il ragazzo non è sicuro di averla vista se anche il cane ha ringhiato percependone la presenza!?...Aspetta..ma Ryker riesce a vederla!? Per volontà di Thari o per una capacià che Ryker non avrebbe dovuto avere?!!?
    Queste le domande più importanti, ora quelle più futili:
    Perchè la sorella reagisce in quel modo?! E chi è Mark? UN'altro fratello!??
    Thari nella lotta con l'angelo non ha detto di stare cercando un ragazzo e non una ragazza!!?
    L'amica-madre di Thari sarà importante? E perchè Thari non dovrebbe chiedersi come si fa a far nascere i bambini!?!?

    ok ok ok ok, mi fermo altrimenti sembro pazza, ma ti prego, ti supplico, ti scongiuro vai avanti!! mi piace da impazzire l'idea di una storia così epica nella nostra magica città!! La descrivi benissimo nei suoi momenti più magici e nelle sue più antiche sfumature!!! Sono insaziabileeeeee!!!!

    ;-)))))))))))))))))

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  2. Wuahahahah! Ma come siamo curiose...
    E se rivelo tutto ora non vale!!!! ; )
    Allora vediamo a cosa si può rispondere

    In cosa avrebbe sbagliato Thari? E perchè gli altri demoni dovrebbero ostacolarla? O parlando di demoni ti riferisci agli angeli?! A farsi vedere da un umano. No, parlo dei demoni in generale (e quindi anche degli angeli).
    E perchè il ragazzo non è sicuro di averla vista? Tu lo saresti se il tuo cane ringhiasse a qualcosa, tu la inseguissi, quella sparisse in modo strano e la risposto del tuo cane adesso è scondinzolare?
    Ryker riesce a vederla!? Per volontà di Thari o per una capacià che Ryker non avrebbe dovuto avere?!!? Riposto paro, paro «Lo sai, Iside: se mi rendo visibile, riesco a percepire meglio gli umani, il loro corpo, le loro emozioni.»

    La sorella è una in "bilico", segnata dalla morte della mamma, che rifiuta qualsiasi altro grave problema (quello che ha percepito per il papà).

    Mark??? ma dove lo hai letto?

    Thari si chiede com'è farli rinascere...
    Al resto non posso rispondere
    Ah, la penultima domanda non l'ho capita, ti riferisci al tipo di cui parla nel primo capitolo? Se sì, leggi la data in alto ; )

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  3. Ora ho io una domanda per te: dove è mai finita SaraSun ecc ecc?

    Nb. sei una vera soddisfazione, cara, lasciamelo dire.
    Grazie : )

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  4. Sarasunbeamblack è solo stata per un attimo indisposta(ho sbagliato a scrivere l'account di google ;-D ) ma tanto siamo un'unica mente ;-)).
    Sei Tu che dai taaaanta soddisfazione a me!!
    Scusa ho scritto male il nome, pensavo a Matteo ed ho scritto Mark!! Che ci cuoi fare sono le disgrazie di chi è un po' disgrafica!! Chi è un altro fratello?!
    Mmmmm se possibile la mia curiosità è aumentata ulteriormente!! 
    La penultima domanda vuoi dire quella sul fatto che nel primo capitolo Thari cercasse un ragazzo ed ora cerca la sorella di Ryker?! Bè si l'ho vista la data sono passati tre anni, quindi devo dedurre che sia una vittima diversa e che lei sia diventata molto esperta nel sui "lavoro", giusto?! 
    C'è solo una cosa che mi manda ai matti ( a parte l'idea di dover aspettare per sapere come va avanti ;-D ): il ragazzo e la bambina del prologo sono Ryker e sua sorella?! E se si, quella che hanno visto al cimitero era un angelo non Thari, vero?!
    Mumble mumble!! Mi hai lasciato mooolto su cui riflettere e meditare!! 
    E visto che la mia mente lavora anche mentre dorme, mi accingo a meditare sui molti arcani che mi hai sottoposto, oh soave poetessa!!

    Buona notte
    Xxxxxxxx

    P.s. Non c'è bisogno di ridirlo vero che aspetto il seguito!! ;-)))))))

    P.S.2 Avrei voluto postartelo ieri sera, ma il mio i-pod si era messo a fare i capricci!!! ;-)))

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  5. Ti assicuro che la soddisfazione per chi scrive è essere letta e almeno un po' aprezzata, indipercuiposcia sono io a ringraziare te. ; )

    E però... non mi stai attenta!!! :D
    PUNTO UNO: "«Matteo l’ho già chiamato. Arriverà, sai com’è, no?» Lo sapeva. Sapeva che suo fratello viveva in un mondo tutto suo..."

    PUNTO DUE: tratto dal prologo. "Ryker Mancini toccò con la punta delle dita l’immagine della madre" (e quindi sì, sono lui e la sorella)

    PUNTO TRE: la bambina di cui parliamo è nera, mooolto nera. Akel, che è un demone-angelo, è bianco ("Dietro i cavalli al galoppo, bloccati per l’eternità in cima al monumento, un essere bianco come neve", "Thari spostò la toga di lui con la punta della sua arma, scoprendo il petto del colore dell’alabastro.")

    Spero di aver soddisfatto le "curiosità risolvibili". Certo che, se sono cose che ti sono sfuggite, mi viene il dubbio che dovrei ripeterle più spesso o soffermarmici di più... mmm


    Ohi, però non voglio renderti insonne, lungi da me!!!!!!!! Mia, cara - e per ora unica - fan, vado a fare il mio dovere. Buona giornata!

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  6. No non potresti mai rendermi insonne, sono proprio io; la notte mi ha sempre fatto uno strano effetto da quanto l'ho scoperta tanti anni fa!! In essa trovo tanto ispirazione quanto intontimento, tanto realtà narrativa quanto sogno e per quanto da un lato sia bello dall'altro è destabilizzante!!
    Tornando a noi: ti prego, perdona le mie distrazioni e no, non ripeterle di più nel testo; è sempre stato un mio stramaledetto vizio per curiosità corro nel leggere saltando spesso intere righe, per questo un racconto lo apprezzo sempre di più la seconda volta. Per non fare ciò ci metto molto più tempo a leggere perchè di base sono lenta (come tu sai benissimo!!)!!!
    Ora comunque ho riletto tutto e mi è tutto molto molto più chiaro, ma a maggior ragione la curiosità aumenta aumenta aumenta!! ;-D

    Comunque Thari come personaggio mi piace davvero, spero che dopo ci siano anche altri particolari su di lei e non solo sulle sue "vittime" (sempre che saranno questo!!).....ok è vero c'ho provato ancora ad estorcerti info....io curiosa curiosa curiosa, non immagini nemmeno quanto e ti dico subito che al prossimo capitolo comincio a stampare!! Mi piace averli anche fisicamente i racconti e romanzi che leggo, specie quelli belli belli belli!!!

    Brava poetessa continua così!!! ;-))))))

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  7. Va bene, allora per ora lascio così, poi vediamo che succede, del resto... è work in progress!

    Sono contenta che Thari ti piaccia, a me non dispiace, anche se... sono, al momento, legata a doppio filo a chi sai tu.

    Sì, furbantella, noto che ci PROVI spesso!!! Tento di non cadere nelle tue trappole.
    Ti capisco, io pure stampo tutto, anche perché leggere al pc mi urta terribilmente.

    Buonanotte, SilSaraSun, dormi questa notte : )

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  8. Scrivi benissimo, mi piace. :)
    Se mi posso permettere, si capisce tutto benissimo, non devi ripetere niente.

    Anche io ooodio leggere al pc! :P
    Ma "work in progress" vuol dire che non sai già la fine? che scrivi man mano? oppure c'è già tutto e tu pubblichi ogni tot.?
    Comunque, questo racconto non ha niente a che vedere col manoscritto che hai mandato via?

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  9. Ciao Manu, grazie, troppo gentile.

    "work in progress" nel senso che ci sono le linee generali, ma gli altri capitoli devono essere ancora scritti. Per esperienza so che spesso i personaggi finiscono per agire per conto loro, quindi tutto potrebbe ancora essere ; )

    No, con il manoscritto non ci azzecca niente!Altra epoca, altri posti, altri protagonisti e, direi, altra lunghezza!!!
    Grazie per aver letto a fino a qui (soprattutto visto che anche tu non vai forte con le letture al pc :D)

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  10. Punto primo: La scenetta familiare fra i due ragazzi, lo scoppio di felicità e subito dopo di pianto di Lucrezia è stato... non saprei toccante. Come anche lo strano comportamento, quasi rassegnato di Ryker.

    Nella mia testa si è creato un pensiero, complice l'esistenza di Matteo, che è tutta rillegata al NOME di Ryker. Non accenno niente, vorrei leggere almeno altri due capitoli XD

    Ma Iside... non è semplicemente stupenda? Come sei risucita a dare una lineare e perfetta caratterizzazione di questo personaggio semplicemente attribuendogli una cadenza lessicale diversa da quella moderna!

    Bello, mi piace! Complimenti, davvero!

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  11. Nasreen, è un vero onore sentirtelo dire, credimi!
    Spero di mantenere le aspettative... Oh, mammasaura, ora mi prende l'ansia! :D

    Potresti dirmi, in privato, cosa pensi di Ryker e del suo nome (che io adoro)? Se ti va...

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  12. Qui la faccenda si fa sempre più interessante.....
    ..corro a leggere il resto!!! ^_*

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  13. devo dire che sono rimasta ancora più sbalordita , si può scrivere così bene ? Perchè non sviluppare di più i racconti fino a diventare ..... qualcosa di più grande ? la stoffa c'è .,quindi perchè non tentare?

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  14. Ciao Anna, grazie, per ora qualcuno è arrivato ad essere un romanzo ;)

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