lunedì 20 settembre 2010

Le figlie di Ananke. Black Light - cap.8

Parte seconda
Capitolo 8

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I feel so light
This is all I want to feel tonight
I feel so light
Tonight and the rest of my life

Nina Gordon - Tonight And The Rest Of My Life

Anno 2010

Un soffio leggero e caldo scivolava morbido nell’aria, carezze disperse che si rincorrevano tra loro srotolandosi allegre e accarezzando la pelle con delicatezza.

Una sensazione di beatitudine avvolgeva la mente rilassata di Ryker nelle giornate tiepide dell’estate. L’estate. Il ragazzo spalancò gli occhi e fissò un soffitto beige con piccoli intagli floreali. Si mise a sedere e si guardò intorno confuso: era in un grosso letto a baldacchino e intorno vi erano tende color pesca che svolazzavano appena. C’era un'unica porta, con doppie ante, e nessuna finestra. La stanza era molto ampia e lui si trovava al centro di esse.

Aveva semplici lenzuola di cotone eppure non sentiva freddo. Scese dal letto e si accorse di non indossare nulla, a parte una stoffa colorata intorno alla vita, che dovette legare meglio per non farla cadere. Traballò sulle gambe, ma appena si rese conto di poter camminare, uscì dalla porta.

Non aveva pensato a cosa si sarebbe trovato fuori, tuttavia non si era aspettato di vedere una fontana con acqua cristallina in una grande stanza ottagonale. Rimase fermo qualche secondo, notando che su ogni lato c’era una porta. «Ehi, c’è nessuno?» Gli risposero i giochi gorgoglianti dell’acqua.

Preso da isterismo, all’improvviso iniziò a percorrere lo spazio esterno di quella sorta di sala e aprì tutte le porte. In ognuna di esse si trovava un letto matrimoniale, tutti molto diversi tra loro e dalle forme insolite.

Quando le ebbe aperte tutte, fissò la scala in marmo che partiva da un lato della fontana e saliva verso il soffitto a cupola. Esitò un solo istante, poi salì i gradini di corsa e ben presto si ritrovò al centro di un’altra sala, questa volta esagonale. Su tre lati vi erano l’inizio di altre scale. Negli altri angoli colonne dorate, sulle pareti bassorilievi bianchi contornate da tende in broccato e sul pavimento un complicato mosaico. «Dove diavolo sono?» Gridò.

Era indeciso sulla direzione da prendere, ma quando si decise udì un battito d’ali. «Ryker, non dovevi essere già sveglio.»

Lui fissò la ragazza accigliata davanti a sé. Si era fermata a qualche metro da lui e lo stava fissando a sua volta. «Dove diamine sono?» Domandò con voce dura.

Lei si morse un labbro. «Ryker, tu non…»

«Thari! Dimmi dove siamo.»

Il demone spostò lo sguardo. «Nel deserto.»

Lui emise un suono molto simile a una risata, benché fosse lontana dall’essere felice. «Ti prego dimmi che non è quello penso. Dimmi che non è il Sahara.»

«Ti trovi a casa di Iside. Deserto del Sahara, Libia.» Fece un passo verso di lui. «Torna a letto, hai…»

«Perché? Dimmi solo perché.»

«Dissanguamento, trauma cranico e frattura dell’omero, dell’ulna e del radio. I motivi principali. Ferite ovunque, perdita di coscienza, trauma psicologico. Necessità di metterti al sicuro.»

«E non potevi portarmi in un ospedale? Un ospedale di Roma.»

Lei scosse il capo. «Avevo bisogno di cure anche io.»

«Da quanto sono qui?»

Le ali di Thari, chiuse dietro la schiena, spostarono un poco l’aria attorno a lei. «Quarantadue giorni.»

«Che cosa?»

«Ryker, mi dispiace.» La ragazza gli si avvicinò e gli toccò un braccio. «Avevi bisogno di essere curato, curato da noi. Avevi bisogno di stare qui. Ricordi? Pochi umani, pochi demoni.» Lui si spostò, guardandola male. «Non so cosa ricordi della sera in cui sei stato ferito, hai perso conoscenza più di una volta. Non potevi rimanere in Italia; non potevi stare in nessun posto che non fosse come questo, al riparo da altri attacchi. E vale anche per me. Iside ci ha portati qui subito dopo perché non avrebbe potuto fare altro; ti ha curato come curiamo noi gli esseri umani e… ha fatto la cosa migliore.»

«Forse avrei dovuto scegliere io quale fosse la cosa migliore per me.» Ryker strinse le palpebre. «Portami a casa.»

«Non posso. Tu non puoi.»

«Mi stai tenendo prigioniero qui?»

Lei esitò. «No. Non mi è permesso. Ma faresti la scelta sbagliata, hai bisogno di rimetterti in sesto, hai bisogno di essere protetto e io… ho bisogno che tu rimanga qui. Temo che molto presto qualcuno verrà a sapere, anzi forse già sanno, e non so cosa succederà allora.»

Ryker si voltò e si passò una mano sulla fronte. «La mia famiglia ha bisogno di me.»

«La tua famiglia sarà in pericolo se torni a casa.»

Sospirò. «Mi avranno dato per morto.»

«Rapito. Per avere un riscatto.»

Lui aggrottò la fronte girandosi a guardarla. «Che vuol dire?»

«È ciò che sanno. La polizia ti sta cercando e sa che alcuni rapitori ti tengono segregato da qualche parte; hanno già chiesto i soldi.»

«E chi lo avrebbe fatto?»

«Iside. Ovviamente non vuole i soldi, ma la polizia non gliene darà. La cosa importante è che fino a che rimarrà aperta questa pista, in pochi ti daranno per morto; e immagino sia quello che volevi.»

«Io non volevo niente di tutto ciò!» Sbottò. «Dimmi la verità, Thari, che succederà alla fine di questa storia?»

Lei sospirò. «Non lo so. Non lo so più. Con ogni probabilità, tu avrai dei vuoti di memoria e io… beh, lo sai.»

Lo sapeva; lei glielo aveva rivelato quel giorno sopra al Colosseo.

«Mi dispiace, davvero. Spero che il giorno in cui succederà arrivi presto, così tornerai a vivere la tua vita. Al sicuro.»

«Tu però perderai la tua essenza come figlia di Ananke.»

Annuì.

«Perché speri che succeda presto, allora?»

«Non mi credi, quando dico che mi dispiace? Che mi dispiace per te, che vorrei solo che la tua vita tornasse quella di prima?»

Ryker chiuse gli occhi. «Credo che impazzirò. Questo credo.»

***

«Vuoi dire che in queste stanze ci sono tutti letti, nonostante voi non abbiate bisogno di dormire?»

«Iside li colleziona.»

«Lo trovo ridicolo.»

Thari si strinse nelle spalle, salendo le scale davanti a lui. «Anche voi umani collezionate cose ridicole.» Replicò adamantina e cambiò argomento. «Ho preso della frutta, perché sapevo che ti saresti svegliato. Ma non ho nient’altro. Andrò a prendere qualcosa.»

«Dove?»

«In qualche villaggio degli umani.» Rispose con ovvietà. «Sono lontani da qui, ma non ci mettiamo molto a spostarci noi demoni.»

«Questo è davvero un posto strano per una che parla come Dante Alighieri.» Commentò osservando una composizione tipica dell’arte contemporanea che percorreva tutta la parete. «Poi spiegami perché dovrebbe avere una casa come questa, anzi spiegami come fa ad avere una casa come questa? Con tanto di scale in marmo, luci, bocche d’aria, e acqua corrente in pieno deserto.»

«Non puoi capire.»

«Provaci.»

«Avete mai capito come hanno fatto le piramidi e a che periodo risalgono?» Si voltò e lo guardò negli occhi. «Te lo dico io, no. Quindi non puoi capire; non me lo chiedere.» In silenzio ripresero a salire, fino a che la scala non si fece ampia e molto luminosa.

Luce naturale.

Ryker sgranò gli occhi osservando lo spazio che si apriva intorno a lui e che presentava sul pavimento erba verde e mattonelle da giardino. Il soffitto, non molto alto, era un intreccio di fiori e stelle disegnati con colori pastello. E sui due lati più corti vi erano due balconate gemelle che si affacciavano sul deserto sabbioso.

«Questo è quello che Iside chiama il terrazzo. Bello, vero?»

Il ragazzo chiuse la bocca e osservò l’acqua uscire dalle anfore di due putti, le torce bruciare nella semioscurità dei lati più lunghi, i divani bianchi e i tavolini in vimini accanto alla piccola fontana. Nell’aria si respirava un profumo di vaniglia appena dolciastro equilibrato da un leggero odore di menta. «Direi che “bello” è riduttivo. È meraviglioso.»

Lei sorrise e aprì le ali muovendole lentamente avanti e indietro. «Sono cresciuta qui, con lei.»

Ryker ebbe l’impulso di abbracciarla, per via del tono malinconico con cui lo aveva detto e l’espressione da bambina che si era disegnata sul volto scuro. Invece, spostò lo sguardo verso le dune sabbiose e il cielo intenso del Sahara. «Provi piacere a uccidere?» Domandò continuando a fissare il celeste contro il deserto.

Lei richiuse le ali. «Cosa vuoi sapere?»

«Proprio quello che ti ho chiesto.»

«Allora, forse, la risposta già la conosci.»

Nelle note della voce vibrò il senso di colpa e lui si voltò verso di lei. «Ti dispiace?»

Thari fece una smorfia. «Fa parte del gioco. Del dovere. Fa parte di ciò che sono: far rinascere gli umani, come del resto altri demoni, è una cosa naturale. Serve a mantenere l’equilibrio.»

«Ma perché provare piacere?» Insistette lui.

«Iside sostiene che sia come la riproduzione: una sorta di dovere di ogni specie, aiutata dal puro piacere dell’atto sessuale.»

Ryker aggrottò la fronte, poi scoppiò a ridere. «Iside dice questo? Forse la devo rivalutare.» Osservò.

I giorni erano troppo lenti, il deserto oltremodo silenzioso, e Ryker credeva che avrebbe finito per contare i secondi, soprattutto quando Thari andava via. Gli aveva detto che andava a prendere da mangiare per lui e lui non pensava che potesse non essere così. Quello che lei riteneva il suo lavoro, a suo dire, lo stava svolgendo Iside, caricandosi del dovere di entrambe, e lui era certo che lei non stesse mentendo.

Le faceva moltissime domande, tuttavia lei non rispondeva o rimaneva vaga sulle risposte che secondo lei lo avrebbero solo scosso. ‘Era un umano e non poteva capire’ era la risposta più frequente.

Thari lo osservava spesso da sotto la frangia candida dei capelli, ma quando lui la sorprendeva, spostava lo sguardo, imbarazzata, fingendo di analizzare qualsiasi cosa avesse in mano o davanti a sé. Seguire i suoi discorsi era difficile, poiché lei parlava di Iside e della sua vita di frequente, ma nei racconti lasciava lacune che non sarebbero mai state colmate. Ryker ascoltava quella voce cristallina, perplesso e affascinato.

A volte si svegliava di soprassalto senza ricordare dove fosse, aveva gli incubi e una costante agitazione. Stringeva in vita l’unico vestito di cui disponeva e faceva la doccia nei bagni ultra moderni di quella casa due volte al giorno. Ne erano passati solo cinque da quando si era svegliato nel letto a baldacchino, eppure gli sembrava un tempo senza fine. Pensava che la sua seduta di tesi era saltata e che la sua famiglia con ogni probabilità si stesse disperando. Non era giusto.

Rimosse quel pensiero scrollando il corpo.

Sul terrazzo coperto Thari puliva la sua spada con attenzione maniacale. Lui si accucciò davanti a lei e con delicatezza gliela tolse dalle mani, prendendo l’elsa. «Puoi uccidermi con questa?»

Lei spalancò gli occhi. «No.»

«Lo immaginavo. Nessuno l’ha mai usata su di me, neppure per farmi un graffietto.» Si mise in piedi e lei lo imitò. «Mi piacerebbe imparare a usare una spada, dovrebbe essere eccitante.» La mosse nell’aria e poi la inclinò piano, osservando il riflesso cinabro del fuoco delle torce muoversi sulla lama. «Quando hai ucciso quel demone, il primo, dal suo corpo è uscito un sangue chiaro, come se fosse latte.»

«Non era latte, era l’effetto della luna sul sangue azzurro. Tutte le creature superiori hanno il sangue azzurro.» Ridacchiò. «Ora sai perché i nobili affermavano di avere il sangue blu.»

Lui si riempì della risata soffusa di lei, infine posò l’arma sul tavolino. «Non ti ho mai ringraziata per quella sera a Vill’Ada. Per me è successo così tutto in fretta, ancora non so se sia reale. Però, grazie.»

«Prego.» Replicò lei troppo velocemente. Si spostò per accentuare la distanza tra di loro, poi trasse un lungo respiro. «Anche io devo ringraziarti per quella sera: se tu non fossi saltato addosso al mio amico angioletto, forse a quest’ora dovrei fare i conti con Ade.»

Ryker le mostrò i denti bianchi e perfetti. «Sei divertente. Te l’ho mai detto?»

Lei gli lanciò un’occhiata. «Oh, ben inteso, Ade non esiste, non quello che vi siete inventato voi, almeno.»

Il ragazzo inclinò il capo. «Dicevi che non esistono neppure gli angeli.»

«A dire il vero, è una sorta di presa in giro nei confronti dei Figli della Luce. Non so bene il motivo, ma è sempre stato così e loro non amano farsi chiamare da noi in questo modo, mentre lo apprezzano se sono gli umani a farlo. Ma gli umani non possono capire.»

«Ovviamente.» Replicò lui sarcastico, poi tornò serio. «Perché ce l’hanno con te, Thari? Perché ce l’hanno con te così tanto e trovano divertente farti soffrire?»

Non era molto più bassa di lui, sicuramente superava il metro e settanta, tuttavia, all’improvviso, sembrò farsi minuta e con l’espressione mesta di una bambina. Fece un altro passo indietro. «Lo sai perché. Non mi ritengono all’altezza e, visto questo pasticcio che ho combinato, forse hanno ragione. Per loro sono quello che voi chiamate mezzosangue: il mio corpo ha sangue umano, sangue rosso. È un corpo a metà, un corpo difettoso.»

«Il tuo corpo è bellissimo così com’è.» Ryker riempì la distanza che lei aveva creato, e con una mano le sfiorò i capelli. «Perché mi hai seguito per tutti questi anni?» Domandò in un sussurro, osservando le piume vibrare appena.

«Io non… non… Io…» Thari sapeva che stava balbettando e si sforzò di mantenere la voce ferma. «Per una serie di motivi che non posso dirti.» Riuscì a dire.

«Perché sono un essere umano?» Scherzò con voce calda, e le tirò una ciocca.

La ragazza non rispose.

Lui l’aveva vista combattere, uccidere e godere del piacere di quell’atto. L’aveva vista difendere lei stessa e lui, e aveva perso il ritmo dei suoi colpi perché lei era troppo veloce. Non l’aveva mai vista tirasi indietro.

Eppure il proprio sguardo la faceva tremare.

Le labbra di lei, piene e soffici, avevano assaporato il gusto della morte e ora lui desiderava solo farle sue. Contemplò i lineamenti delicati di lei, il naso proporzionato, gli occhi neri che mettevano i brividi e che adesso si muovevano frenetici cercando in lui qualcosa che lei non osava chiedere.

Con il battito appena un po’ accelerato e la mente persa in un senso di irrazionalità, Ryker piegò il viso e sfiorò le labbra di Thari. Se lei era la Morte, quella era una Morte morbidissima, e lui ne assaporò il gusto fresco, la pelle liscia come petali di fiore.

Il cuore di lei, invece, le rimbombava nelle orecchie, mentre schiudeva la bocca sotto la leggera pressione di lui. Chiuse gli occhi seguendo la danza lenta e calda delle loro lingue; ricambiando quel bacio che mai avrebbe sperato.

Ryker indugiò con le labbra sulle sue e poi allontanò il viso. Scosse il capo, con un movimento leggero, un poco sconsolato. «Quando tutto questo finirà, io sarò un uomo fuori di senno.» Bisbigliò. «Dimmi che non è vero. Dimmi che sto solo sognando.»

Lei avrebbe voluto chiedere l’esatto contrario. Dimmi che è vero, dimmi che non è solo un sogno. Si limitò a fissarlo in silenzio, fino a che lui non tornò a baciarla.


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Grazie ancora a chi sta seguendo questa avventura.

Quando dicevo che i personaggi iniziavano a muoversi da soli, intendevo proprio questo: non avevo previsto che si sarebbero baciati...

Sul modo di dire "sangue blu" esistono diverse teorie, ovviamente questa è la mia ;)

Nel mio progetto iniziale i capitoli dovevano essere 8 -nel totale- ma a quanto pare li supererò.




12 commenti:

  1. aaaahhaaaaaahhahahahahaahahahahahahahah!!!!!
    No no no aspetta che mi esprimo meglio:
    aaaaaaahahahaahahahahahahahahahahahahhaahahhaahahahhahahaahahahahahahaha!!! Si baciano si baciano si baciano!!! Mi piace come si muovono questi tuoi cari personaggi ;-D !!!

    Ma sforzandosi di essere più serie: devo dedurre che questo cambio di scenario sia una specie di svolta nella storia?!?!? ;-))
    La casa di Iside...bè la voglio anch'io!!!
    Ma povero Ryker, anche se è solo umano prima o poi ci capirà qualcosina?!?!?!?

    Mi calmo va bene...però...e poi tu mi chiedi quali soddisfazioni ci daresti?!!? >;-p

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  2. Scusa Dilhani, posso chiederti per favore di rimettere il codice del banner? Mi ero dimenticato di inserire l'indirizzo del mio blog al posto di quello di bannermaker:) grazie mille!

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  3. Aspettavo questo momento da tanto, si sono decisi finalmente a baciarsi!
    Anch'io, come sarasunbeamblack, voglio la casa di Iside(come è bello sognare a occhi aperti.
    E come sempre (ormai mi ripeto) sei stata bravissima!:)

    P.S.:Iside l'ha fatta fuori Sekhmet Nesert,vero?!?!rispondi di si ti prego, la odio troppo^__^

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  4. Ma come volete la casa di Iside? E che ci fate con tutti quei letti??

    @Fla ma come lo aspettavi?? Non era neppure programmato! ah ah ah sai con che pamlo di naso rimanevi?!

    @SilSaraSun, ma non lo chiedo per modestia, davvero non capisco... Forse perché io non l'ho mai pensato di aun autore.

    Perdonate la mia latitanza, è un periodaccio.

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  5. Ho risolto i miei problemi di computer (IL MIO NUOVO MAC è STUPENDO!!!) quindi ora sento anche la musica che hai messo ed è bellissima, evoca parecchio il deserto!! Mi piace!! Come musicalità mi ricorda "Le crociate" il film con Orlando Bloom non so se l'hai mai visto!! Comunque...lungi da me pensare che tu possa immaginare di essere realmente brava come in realtà sei!!! E per quanto riguarda i letti della casa di Iside....che domande!?!? Ci dormirei!!! ;->

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  6. Sì, io adoro quella musica, ci ho scritto una parte del mio romanzo (quel famoso "secondo" capitolo rientra in quella parte).
    No, aspetta, oggi ho i neuroni in modalità bradipo, che vuol dire "lungi da me pensare che tu possa immaginare di essere realmente brava come in realtà sei!!!" EH?!

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  7. Forse sono stataq un po' criptica io, comunque vuol dire che tu SEI brava, ma che tanto non te lo riconoscerai mai!!! ;->

    Hai presente la colonna sonora a cui ti rimandavo!!?!? QUella del film "Le crociate"!?

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  8. Ah ok, era un complimento :p GRAZIE GRAZIE!!!

    Sì, perdonami non ti ho risposto: conosco il film e anche la colonna sonora e forse per la musica ti riferisci in particolare a Ibelin?

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  9. Esattamente proprio quella!!!! A me è sempre piaciuta tantissimo!! E poi vista la tua predilezione per l'attrice che fa la regina di Gerusalemme immagino che quel film ti sia piaciuto!! A me è piaciuto particolarmente Orlando Bloom in quel film!! Il personaggio che interpreta è uno dei miei eroi-non eroi preferiti!!!

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  10. Sì, lei mi piace molto e mi piace in questo ruolo. Lui invece non mi fa impazzire... in nessun ruolo ; )
    Nella versione italiana c'è stato un taglio nella scena d'amore che non aveva senso togliere e che a me piace molto.
    Prima si poteva trovare su youtube, ma ora non c'è più : (

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  11. Questo é stupendo! :D
    Loro due insieme da soli mi son piaciuti fin dall'inizio, c'é una magia che si avverte davvero e trapela ad ogni movimento o frase. (Io ancora sbavo per "Hai paura di me signora Morte?" - adoro questa battuta!)
    HO adorato come hai sottolineato nei punti giusti i lievi movimenti di ali di Thari, potevo vederla e adoro quando riesco a visualizzare bene le scene.

    Ovviamente la casa di Iside la voglio anche io, non tanto per i letti, quanto per la luminosità, il terrazzo e il caldo.
    Mi à piaciuto un sacco anche il cambio di scenario, bello il deserto e inusuale come location.

    E il bacio... beh, il bacio ti é venuto da dio.
    E davvero é una delle cose non previste venute fuori cosi'? Ahahahaha!
    Beh, se questi sono i risultati, lascia sempre andare i personaggi per conto loro allora! :D

    E come 8 capitoli in totale???
    A me sembra che siamo ancora solo all'inizissimo...
    cioé ho la sensazione che manchi ancora piu' della metà da scoprire... Come puo' finire tra poco?
    No dài, non scherziamo.

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  12. Io non credo vorrei la casa di Iside, ma mi fa piacere che vi piaccia, si vede che l'ho mostrata meglio del previsto :D

    E... già, il bacio non era previsto, non era previsto che si innamorassero, in realtà. Nello schema iniziale c'è questa sorta di interesse da parte di Thari nei confronti di Ryker e del suo essere umano, il fatto che lei venga attratta da lui per la particolarità del suo carattere e il rapporto con la famiglia, ma non avevo pensato a una storia d'amore.
    Doveva essere un sentimento platonico da parte del demone e basta.

    E, invece, hanno fatto di testa loro!

    Eh, eh, sì; anzi, all'inizio volevo fosse una storiella di 5 capitoli, ma poi ho capito che avrei tagliato troppo sulla prima parte (in particolar modo su Iside) e ne avevo fatti 8.
    Mi spiace, ma la storia a breve finirà
    (e non mi guardare così!!)

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