lunedì 6 settembre 2010

Le figlie di Ananke. Black Light - cap.6

Capitolo 6

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Now that I know what I'm without
you can't just leave me.
Breathe into me and make me real
Bring me to life.

Bring me to life - Evanescence

Anno 2010

Il volo più alto che aveva fatto a terra, era stato a dieci anni, da un muretto alto un metro e mezzo, mentre rincorreva un compagno di scuola nel giardino delle elementari, arrampicandosi - a detta della maestra - come un selvaggio. Il mondo si era rivoltato per la frazione di un secondo, le ginocchia avevano iniziato a bruciargli in maniera insopportabile, così come le mani e il gomito che aveva strusciato la parete, spellandolo. Si era fatto male, ma era rimasto a casa due giorni, lo avevano sgridato e poi coccolato e i suoi compagni gli avevano fatto un sacco di domande; era stato divertente.

Cadere dal punto più alto del Colosseo non gli parve altrettanto divertente. Ryker ringraziò di essere perfettamente al centro del muro di travertino. Dal basso non sembrava neppure così largo, come, in effetti, era nella realtà.

Il demone davanti a lui scostò il viso e ciondolò il capo. «Codesto figliolo ha lo faccino di un cherubino.» Disse a Thari. «Ma la sua beltà ha il mio rispettabile, totale, consenso. Oh, perdona il riprovevole ritardo, ranocchietta: il dottore non permetteva alle mie abili mani di far rinascere il suo insulso paziente.»

Ryker, immobile, studiava la donna alata. Era simile a Thari, ma più formosa, poco più bassa, con le vesti lunghe e i capelli, chiarissimi, raccolti sopra la nuca; tuttavia a renderla davvero diversa erano gli occhi: privi di pupilla, iride o sclera, erano del tutto neri e, liquidi, sembravano osservalo come animali in agguato.

Thari, a sua volta, rimase a studiare il ragazzo, i suoi sentimenti e le espressioni del volto. Di nuovo strinse le dita sul polso di lui e avvertì le pulsazioni veloci. «Lei è Iside.» Disse.

L’altra staccò i piedi dal monumento, aprì le ali allontanandosi di circa un metro, nell’aria, davanti al ragazzo. «Hskateltre Mpteri Iside, figlia di Ananke.» Fece un elegante e profondo inchino.

Ryker non nascose la sua confusione; incerto, allungò una mano. «Ryker Mancini, figlio… di Massimo.»

Si diede dell’imbecille, ma Iside mostrò un sorriso sfolgorante, gli afferrò la mano con entrambe le sue e gliela baciò sul dorso chiaro. «Ah, ranocchietta, questo biondo fanciullo lubrifica gli occhi miei.» Lo lasciò e volteggiò nell’aria. «Da quanto lo conosci?» Domandò alla ragazza.

«Da qualche giorno.»

«A dire il vero», intervenne Ryker con una nota di rimprovero, «ci conosciamo da otto anni.»

Thari aggrottò la fronte, voltandosi a guardarlo. «A dire il vero, ti conosco da quando sei nato.» Precisò scontrosa.

Iside sbatté le ali. «Oh, bene, bene, c’è un’astiosa confusione tra voi due. Mi sono impossessata degli stivali che tanto bramavo proprio ieri.»

«Cosa?» Chiese Ryker incredulo a quel repentino cambio di argomento.

«Oh, sì, umano fanciullo, proprio ieri. Dove desiderano andare le tue virili gambe? Io un luogo in tale borbottante orbe lo posseggo.» Gli occhi lucenti di Iside lo fissarono.

«Cosa?» Ripeté Ryker.

Lei guardò Thari. «Le sue corde vocali non esprimevano il dissenso nel rimanere in codesta urbe?»

L’altra scosse il capo. «No, quando sei arrivata mi stava chiedendo cosa volessi da lui.»

«Oh, i miei pensieri hanno viaggiato di puerile fantasia. Bisogna, dunque, ristabilire l’ordine di tale favella.»

Il ragazzo fece un gesto spazientito con la mano. «Non c’è nulla da riordinare: voglio solo sapere come posso liberarmi da chi mi perseguita. E di tutta questa storia.»

«Per mille pargoli! Raffredda il core palpitante e lo spirito bollente.» Lo rimbeccò Iside. «Or dunque, spalanca i padiglioni, e odi quanto ho da dire, misero umano fanciullo: mia sorella, Vanth Kriera Nefthari, demone della rinascita, figlia di Ananke e di un disperso, rinato et strabiliante umano, parlò meco e mi illustrò la raccapricciante situazione.» Poggiò una mano su un fianco e con l’altra lo indicò. «Tu venisti a conoscenza del mondo superiore, a causa della sua inosservanza delle leggi della milizia celeste.» Indicò Thari e poi di nuovo lui. «Tu attirasti l’attenzione dei demoni venuti a conoscenza dell’orrido misfatto e subisti le loro perfide angherie. Sekhmet Nesert in particolar modo, amante della bieca violenza, della vendetta e dell’umana paura, trova in te un degno divertimento. Non temendo l’ira del capo delle da me citate milizie, in quanto nessun demone è, orsù, interessato a riferire il verbo a chi comanda e possiede reazioni imprevedibili, continuerà a infliggere su te la sua efferata goduria.» Iside tamburellò le dita sul capo. «È corretto, ranocchietta?»

Thari esitò un istante e poi annuì.

«Poiché Sekhmet, figlia di Ananke, nell’odierna epoca riporta a vita nuova gli abitanti della Città Eterna e dell’italica penisola, le mie labbra coraggiose consigliano di raggiungere lidi ben lontani, per qualche ellissi di luna.»

«Che cosa vuol dire?» Domandò il ragazzo.

«Vuol dire» gli rispose Thari «che devi lasciare l’Italia per un po’ di tempo, e che dovresti vivere in un luogo isolato: dove non vi sono altri umani, non vi sono altri demoni.»

Ryker emise un suono basso, una risata disarticolata. «Stai scherzando?»

«Giammai.» Tuonò Iside. «Dalla mia elegante bocca non puoi udire uscir menzogne, pargolo umano.»

«Voi… voi non sapete di cosa state parlando. Ho una tesi da dare, mia sorella va a scuola, mio fratello lavora e mio padre…»

«Loro rimarranno qui.» Lo interruppe con dolcezza la ragazza.

«Oh, certo, che sciocco che sono a pensare di poter andare con qualcuno. E poi dove dovrei mai andare?»

Le ali di Iside sbatterono con palese allegria. «Oh, nella mia… nella mia… domus... domus, come si dice, per mille tegole rotte?»

«Casa.» Suggerì Thari.

«Andrai nella mia immensa et sicurissima casa che sorge occultata nell’ambrato deserto del Sahara.» La donna parve felice e dondolò il capo.

Ryker guardò perplesso Thari e di nuovo Iside. Non poteva credere a quanto stesse accadendo, a quello che stava vivendo in quell’ultimo periodo, era davvero troppo; e ciò che Iside gli stava proponendo era così assurdo che quasi gli veniva da ridere. «No. Io non vado da nessuna parte.»

«Soave fanciullo, ardisci replicare?»

«Io non ardisco niente, questa è la mia vita, e la mia famiglia ha bisogno di me, qui.» Le scoccò un’occhiataccia, che non produsse nessun effetto.

«Orbene, allora attenderai che le acque si calmeranno da sé o che il capo delle milizie venga a sapere del fatto e ti strappi un po’ di memoria.» Iside volteggiò, incurante, intorno a loro e infine posò i piedi, stretti in luminosi sandali argentati, sul travertino. Le sue vesti svolazzarono sopra l’anfiteatro, disegnando morbide figure circolari che parevano danzare una musica che il ragazzo non era in grado di udire; tutto ciò che sentiva era il borbottio delle automobili, degli autobus e dei motorini che dal rione Monti, da San Giovanni o dal vicino Circo Massimo si riversavano sotto di loro. E udiva il battito appena un po’ accelerato del proprio cuore. «Posso scendere?»

La donna piegò il viso versò di lui; il sole penetrò i suoi occhi demoniaci che, nel guardarlo, scivolarono come anguille bagnate. Ryker strinse le labbra e spostò lo sguardo su Thari, costringendosi a non spostarlo più, neppure quando l’altra parlò.

«Le tue braccia si apprestano a fare le valige?» Domandò.

Lui scosse la testa. «Torno a casa e, se possibile, vorrei non vedere più nessuno di voi. È possibile?» Domandò con un tono di voce troppo basso.

Questa volta fu la ragazza e distogliere lo sguardo.

«Oh, vi è una tale penuria di delicatezza negli umani.» Commentò Iside, rimanendo immobile quanto il Colosseo. «Ranocchietta, non lasciarti avviluppare dallo scoramento, lascia stare: siffatte creature non posseggono il dono dell’empatia. Ah, se fossi stata il Creatore di tutti noi, io avrei lasciato loro una buona dose di inumana comprensione. Ma per l’appunto…» si accucciò sulle gambe e osservò distrattamente verso la strada. «Il fatto è terribilmente increscioso, biondo infante, tuttavia possiamo lasciarti condurre la tua vita senza di noi, ma nulla possiamo fare per altri demoni che ti perseguiteranno, potrai solo attendere che si dimentichino della tua nuova conoscenza e del loro rapporto con Thari, la qualcosa richiede tempore inimmaginato, poiché a tutto ciò io non posso rispondere. Questo tipo di veggenza non ci appartiene.» La donna farfugliò qualcosa in una lingua che Ryker non conosceva, né avrebbe potuto conoscere.

Quando rimase in silenzio fu Thari ad annuire. Si voltò in maniera tanto brusca che la punta della sua spada grattò sul travertino. «Allora sei certo di non volere il tipo di aiuto che ti offriamo e di non volere più avere a che fare con noi due, al costo di combattere da solo con chi verrà a disturbarti?»

Ryker aprì la bocca e la richiuse. Vista in quel modo, la situazione non era affatto rosea, tuttavia ora che sapeva che dei demoni avevano l’intenzione di giocare con lui e spaventarlo, sapeva di poter resistere. Non desiderava uscire dalla sua camera passando per la finestra, né finire su qualche alto monumento della Capitale; e sicuramente non aveva nessuna intenzione di andare nel Sahara. Tuttavia quando rispose non la guardò. «Sì.»

Thari, invece, lo guardò a lungo prima di parlare con un tono privo di qualsiasi emozione. «Ti porto a casa.»

***

C’era un silenzio insolito, quasi fastidioso.

Ryker iniziava ad odiare la mattina: si svegliava sempre troppo presto, la notte dormiva male e quando scendeva dal letto si sentiva come se avesse un macigno addosso; la tesi, i documenti e la stampa lo stavano facendo impazzire e, come se questo in una perfetta vita normale non fosse già abbastanza, due o tre volte a settimana veniva qualche demone, che lui neppure vedeva, a strattonarlo, frusciare le ali nelle sue orecchie e Dio solo sa cos’altro combinassero.

Lui faceva finta di nulla, come se vi fossero delle mosche fastidiose intorno a lui, dalle quali non voleva essere distratto per nessun motivo. Sperava che si stancassero quanto prima, ma temeva che le cose stessero solo peggiorando perché chiunque fosse a compiere quei dispetti, prendeva la sua indifferenza come una sfida e talvolta era andato a importunarlo in pieno giorno, tra la gente. Se non divento pazzo, saranno gli altri a credere che lo sia. Si ripeteva ogni volta.

Sospirò rigirandosi nelle coperte. Tese le orecchie per capire come mai vi fosse tutto quel silenzio, poi un rumore sordo lo fece sobbalzare. La porta di Lucrezia, dall’altra parte della casa, aveva sbattuto con violenza; poi i passi concitati nel corridoio.

Ryker si mise a sedere nel momento esatto in cui la sorella entrava in camera. Il sorriso infantile che riempiva il volto di lei lo stupì. «Ehi, pigrone di un fratello» gridò eccitata, «nevica!» Lo afferrò per un braccio e lo tirò fuori dal letto. «Vieni. Vieni a vedere. Nevica, ma una cifra!»

Lui, ancora rintronato, la seguì, senza riuscire a mettersi le pantofole. Anche Matteo li seguì e in sala trovarono il padre, già davanti alla finestra.

Massimo Mancini si voltò e sorrise ai figli. «Ce l’ha fatta a nevicare, quest’anno.»

I ragazzi si affacciarono insieme a lui e guardarono fuori. Una neve fitta e bianchissima scendeva dal cielo, copiosa e senza sosta, ricoprendo tutto ciò che poteva: le auto, i motorini, la piccola fontana della piazza, i lampioni, i secchioni. L’asfalto non era più visibile.

Stava nevicando a Roma e Lucrezia e Matteo Mancini non avevano mai visto la neve a Roma. A dire il vero, neppure Ryker aveva visto tutta quella neve nella capitale, ma era attratto oltre che dalla neve, dal leggero riflesso della sua sorridente famiglia sul vetro della finestra.

Quella mattina lo riempì di una gioia soffusa. Lucrezia entrò a scuola alla seconda ora e lui giocò con lei e Matteo per strada come fossero dei bambini, poiché i romani, quando vedono la neve nella propria città, diventano tutti un po’ bambini. Ne era convinto.

Matteo era particolarmente gentile e divertente, lasciava che la neve gli cadesse ovatta sul viso e i capelli biondo cenere, e, quando i fiocchi scendevano più veloci, si lanciava verso i fratelli cercando di farli finire a terra. Lucrezia aveva tirato palle di neve a dei ragazzi che non conosceva, aveva mostrato il suo roseo sorriso tutto il tempo e i suoi profondi occhi azzurri, così simili a quelli della madre, avevano brillato di una luce che Ryker le aveva visto pochissime volte e mai fuori casa.

Il pomeriggio uscì il sole e gran parte della neve si sciolse, sotto il cielo ora limpido di febbraio. Pensava che quella mattinata sarebbe rimasta a lungo nella sua mente, come una perfetta foto della sua amata famiglia.

Andò a cena da Helina quella sera, e risero così tanto che alla fine gli faceva male la pancia. Una fantastica giornata invernale, un bianco venerdì tra famiglia, amici e bellissime risate.

Quando si salutarono sul portone di casa, stavano ancora facendo battute. Infine si decise a raggiungere la macchina parcheggiata su via Salaria. Fu un attimo. Il secco suono di un battito d’ali, il fruscio graffiante nelle orecchie, la terra che si staccava dai piedi, come se fosse il mondo a muoversi senza di lui.

Ryker tentò di urlare, tuttavia il grido si bloccò nella sua gola e si ruppe in un singulto quando, pochi attimi dopo, qualsiasi cosa lo avesse afferrato lo lasciò rotolare nel prato umido di Vill’Ada. Si voltò cercando di recuperare aria; due immense ali si stagliarono davanti a lui, coprendo la luna piena, e due occhi scuri, su un volto che non poteva distinguere, fremettero di un rosso vermiglio.



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Grazie a chi sta seguendo questa avventura.

Un grazie speciale per tutti i loro commenti a SilSaraSun e Manu; a Kendra per il suo entusiasmo e ad Alexia per i consigli sottobanco.

Perdonatemi se vado a rilento, i mille impegni di settembre mi uccideranno... spero per voi solo dopo la fine del racconto :D


18 commenti:

  1. Ma poveretto così non ce la farà mai!!!! E poi Thari non era andata lì per la sorella?!?! O quella missione gliel'hanno cancellata perchè ha infranto le regole!?
    Scusa se sono un po' rompiballe: ma Matteo è di decorazione o avrà una sua funzione in seguito?!

    Ok ora mi calmo e smetto di fare domande!! Naturalmente, starai pure andando a rilento ma lo stile è sempre epico ed affascinante, specie quando sono "in scena" le figlie di ananke!! Caldo e squisitamente famigliare nelle scene con la famiglia di Ryker!! ;-))
    Ammetto di aver fatto un po' fatica a seguire Iside quando facevo i discorsi troppo lunghi, ma è giusto così!! Hai fatto bene a dare a lei il compito di spiegare la situazione così uno si sforza di prestare un tizinin (un pochetto)di attenzione in più a quello che legge, e questo di certo non guasta mai!!!
    Ok ora ti saluto altrimenti riprenderei a farti domande a raffica (fino a perseguitarti nel privato!!), sai quanto io ne sia capace!! Quindi che dire...attendo il prossimo!!! ;-)))

    p.s. Tenuto conto degli impegni pressanti naturalmente ;->

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  2. Carissima, come hai potuto constatare tu stessa, puoi farmi tutte le domande che vuoi, anche in via privata... non risponderò! :D

    In effetti volevo che Iside fosse complicata, almeno quanto lo è per Ryker, e sono contenta che la tua impressione sia stata questa, perché vuol dire che sono riuscita nell'intento, spero solo di non aver esagerato.
    Già vedo che qualcuno mi tirerà qualcosa per via virtuale, spero solo per via virtuale :p Il fatto è che lei ha spiegato e qualcosa tra le righe ci sta, ma Ryker è ancora un po' perso, quindi dovrebbe esserelo anche il lettore. Sei persa? Vuoi un navigatore? Scordatelo!

    Baciotti

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  3. Uao,sei bravissima e la storia diventa sempre più avvincente, non vedo l'ora di leggere il seguito ^_^

    P.S.:adoro Iside e il suo strano modo di parlare!

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  4. Io invece adoro il tuo lupacchiotto colorato, mi piace tanto ^^

    Grazie!

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  5. Ma che carogna!!! Che si dice così alla tua fan numero 1!??!?! Certo che sono confusa me l'hai fatta parlare Iside quasi in arabo (tranquilla non è troppo solo quanto basta per mandare in confusione il povero appassionato lettore!!)e perchè tu, autrice, sei così crudele che non solo non rispondi nemmeno alla più piccola domanda, ma poi te ne vanti pure e rigiri il coltello nella piaga dell'ignoranza!??! Cattiva cattiva cattiva!!.......................................................................................A quando il prossimo?!?!?;->

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  6. Finalmente ho avuto un attimo per leggere!

    Si', anche io ho faticato sul discorso di Iside e sono persa tanto quanto Ryker se non di piu'. :)

    Alla prossima! ;)

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  7. @SilSaraSun, sì, sì, questo ed altro alla mia fan numero 1!! :D

    @Manu, oddio, però spero non troppo, cioè... un po' si doveva capire, ecco... uhm...

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  8. Vagamente... L'ho riletto tre volte, credo di aver capito qualcosa, ma il grosso mi sfugge a dirti la verità...
    Ma non importa se non si capisce tutto subito, tante volte mentre leggevo dei libri mi é capitato di essere completamente persa, l'importante é che a un certo punto della storia spieghi bene e sveli il tutto. :)

    Comunque continuo ad aver problemi col tuo blog...
    Non mi vanno i link se entro dalla pagina principale, sono sempre costretta a entrare dai link che mi lasci sul mio blog...
    uffa...
    ma perché hai scelto blogspot??? io oooodio blogspot come piattaforma!!!
    va beh, ricordati sempre di mettermi il link diretto del capitolo nel mio blog per favore!
    grazie e buona giornata! :)

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  9. Ma non si capisce perché è detto in questo modo o proprio perché non si capisce? Ryker avrà modo di rivedere questa cosa più in là, però qualcosina doveva essere comprensibile subito (non alla terza lettura) quindi forse devo rivedere il tutto... mi fate venire molti dubbi assai.

    Parafrasando la parte più lunga del discorso di Iside, quella che inizia con "Or dunque, spalanca i padiglioni", sarebbe così:

    "Bene, ascolta, Ryker: Thari mi ha spiegato la brutta situazione. Tu hai saputo del mondo superiore, poiché lei non ha rispettato le leggi (per cui i demoni ecc non possono farsi vedere dagli umani). Tu - Ryker- hai attirato l'attenzione di altri demoni che hanno saputo questo fatto e hai subito i loro dispetti. Sekhmet Nesert in particolar modo, che è una stro*** ti trova molto divertente. E poiché non teme la rabbia del capo delle milizie, in quanto nessun demone ci tiene ad avvisarlo, poiché se tale capo delle milizie viene a saperlo nessuno sa come potrebbe reagire, Sekhmet continuerà a divertirsi con te -Ryker-, certa che il grande capo non scoprirà nulla o che lo scoprirà molto in là (vedi anche capitolo 2)"

    Ora il punto è: così è chiaro? Devo cambiarlo? Devo cambiare il suo linguaggio o il concetto? O entrambe?? Altro che non era chiaro? eh? eh? Ahhh ufs.
    Buonanotte

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  10. Ah, dimenticavo: io ho avuto blog su diveri domini e con tutti prima o poi ho avuto problemi, quindi alla fine quale sceglievo sceglievo. Ho deciso per blogspot perché tra tutti era quello con cui, dal mio lato, mi trovavo meglio.

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  11. Il pezzo che ho capito adesso e che mi era sfuggito prima era quello che si riferiva a questo:

    "E poiché non teme la rabbia del capo delle milizie, in quanto nessun demone ci tiene ad avvisarlo, poiché se tale capo delle milizie viene a saperlo nessuno sa come potrebbe reagire, Sekhmet continuerà a divertirsi con te -Ryker-, certa che il grande capo non scoprirà nulla o che lo scoprirà molto in là"

    nel discorso non capivo chi era Sekhmet e chi non lo diceva a chi e per quale motivo...
    potrebbe essere che Sekhmet viene citata nei capitoli precedenti ed era chiaramente un demone come gli altri, solo che me l'ero dimenticata perché era passato tempo da quando ho letto i capitoli precedenti...
    adesso che ho riletto il pezzo dopo aver avuto la tua spiegazione, mi sento ridicola a non aver capito tutto prima, sembra chiarissimo, ma forse é perché non mi ricordavo Sekhmet.
    Non lo so se devi cambiarlo, potrebbe essere diverso leggendo tutto di seguito, potrebbe essere piu' chiaro.

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  12. Invarrei per questo io ho preso l'abitudine, perché conosco la mia orribile memoria, di andare a rileggermi tutto di quel personaggio se non capisco a cosa si riferisca!! Lungi da me dire che bisogna fare come me, ma, come poi ha confeato manu secondo me non devi cambiare proprio niente!! È solo che facendolo a puntate qualche volta uno che legge la nuova uscita finisce per perderai i pezzi!! Ricordi che è successo anche a me?!?

    Tutto è bene quel che finisce bene!!

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  13. Mmm mi rendente perplessa, ragazze. Nel senso che ormai non so se in buona parte dipenda anche da me (da come è scritto...)

    Sil, che vuol dire "Invarrei"? Me no capire...

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  14. Secondo me va benissimo come l'hai scritto, io non ho avuto problemi:) e sono d'accordo con @sarasunbeamblack, leggendo a puntate uno, se è un po' distratto o fra le nuvole come me, ogni tanto si perde dei pezzi, ma assolutamente non devi cambiare modo di scrivere, a me piace molto così com'è ^_^

    P.S.: anche la tua tigre è molto bella!

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  15. Ma fatemi capire: avrei racimolato una serie di fan rimbambite?? Ahahhaha siete troppo carine! ^^
    Comunque trovo davvero "costruttivo" per la me scrittrice avere queste esperienze e il vostro parere "in diretta", mi piace.

    Grazie Fly, mi hai davvero rincuorata. : )

    Scusate se latito ancora per un po', prometto che da mercoledì o giovedì prossimo pubblicherò un po' di capitoli insieme, per rifarmi.

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  16. Quella parola senza senso era "in verità" scritto troppo di corsa e ahimè non riletto!!! ;->

    Meno male che non sono la sola Flyingpaw!!!;-))
    In conclusione Dil io lo lascerei così!!
    Sempre in FERVENTISSIMA attesa del seguito!! Io ossessiva, lo so!!!

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  17. Davvero ben scritto , i personaggi vivono di vita propria e si muovono in perfetta sincronia con il mondo circostante , bellissima la location, Roma è favolosa e i duelli sui cieli romani sono spettacolari , e poi che dire , a già adoro Iside ,folgarata dal suo idioma particolare mi ricorda un personaggio di star wars. Continua così potrebbe nascere un buon romanzo.

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  18. @SilSaraSun, "in verità"? Oh, mon Dieu!

    @Anna, ancora grazie... quanti bei commenti mi hai lasciato : )
    Questo sarà solo un racconto, ma spero lo leggerai lo stesso.
    Nell'ottavo capitolo ci sarà un cambio di location. Spero possa piacere lo stesso.

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